Tempo fa leggendo un libercolo di cui non farò il nome … ricordo che mi colpì molto l’incipit che recitava più o meno i seguenti concetti: ci sono date che in qualche modo segnano l’inziio di un’epoca. Lo diceva sempre anche la mia professoressa d’inglese al liceo: il ‘900 mica è iniziato il primo gennaio del suddetto anno a due zeri.
Tutto ciò era per dire che – nella mia povertà di mezzi espressivi – stamattina ho avuto questa impressione: ora non pretendo di dire che oggi è cominciata un’era … mi viene da ridere solo a pensarci … tanto più che penso che la storia non proceda per fasi, ma diciamo più come un fiume amazzonico, molto tortuoso … però nelle ultime settimane alcune cose si sono incastrate per bene nella mia testolina:
- Il "problema" della sicurezza nella mente delle persone si lega indossolubilmente con il diverso, lo straniero: è plausibile che una simile, immediata, associazione abbia un fondo di verità per il fatto che chi al di fuori di una struttura sociale è più propenso a esserne suo nemico: la soluzione sta nel pogrom – sotto qualunque forma esso si presenti?
- Siamo per davvero in un’epoca in cui non ci sono più i valori di una volta, o i valori non ci sono mai stati? Mi chiedo se abbiamo fino in fondo capito qual è il problema, oppure – come spesso capita – ci siamo accontentati della prima e più facile risposta, per pigrizia!
- Riguardo al’immigrazione cosiddetta clandestina si è deciso – pare – per la linea "svizzera": noi stiamo rinchiusi dentro, quello che succede fuori non sono cazzi nostri. La vita solitamente non sottostà a queste regoline.
Un amico qualche tempo fa mi ricordò questa frase di Beniamino Franklin:
«Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi
briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la
sicurezza».
Mi sembra ben attagliata ai tempi che corrono.